Manuale di un monaco buddhista per sconfiggere la paura degli altri by Keisuke Matsumoto

Manuale di un monaco buddhista per sconfiggere la paura degli altri by Keisuke Matsumoto

autore:Keisuke Matsumoto
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Vallardi
pubblicato: 2014-11-09T23:00:00+00:00


Non c’è qualcosa che possa tornarmi utile?

Le persone cadute in una condizione spirituale di solitudine, di solito, intrecciano relazioni del tipo «niente per niente», nel senso del «dare per ricevere sempre qualcosa in cambio». Nella sua accezione più negativa, questo tipo di relazione si potrebbe anche definire «la cultura del favore reciproco».

In origine, il significato del «favore reciproco» era il seguente: «Gli uomini, non potendo vivere indipendentemente dal prossimo, hanno deciso di sostenersi e di aiutarsi reciprocamente», e per prima cosa nacque la «gratitudine».

Allora, c’era questa spensieratezza: «Oggi ho un debito di gratitudine nei confronti di qualcuno, ma domani anch’io, allo stesso modo, aiuterò qualcun altro». Non sarebbe bello se nell’intera società ci fosse questo continuo scambio di riconoscenza?

In seguito, però, le persone che hanno vissuto in periodi in cui l’egocentrismo è venuto sempre più rafforzandosi, hanno mutato pensiero. Oggi, «favore reciproco» significa «niente per niente»; in altre parole, la relazione del dare e del ricevere favori si è interrotta. Si giudica secondo parametri come: «A frequentare quella persona, ci guadagnerò», «Potrebbe tornarmi utile stringere buoni rapporti con quell’altra». Quando si fa qualcosa per gli altri, si esige sempre un credito.

Le persone che sperimentano il senso di ansia del «non avere una casa cui tornare» avvertono, in modo maggiore rispetto agli altri, il bisogno di proteggere sé stessi e, per loro, lo scambio di favori reciproci è un tasto dolente. Per tale motivo, quando entrano in relazione con qualcuno, inconsciamente, il loro cuore erige sempre una barriera difensiva: «Dato che non ho bisogno che tu mi faccia alcun favore, non aspettarti nulla da me».

La gratitudine, nel senso moderno, è il sentimento per cui si ringrazia l’altro per averci dato qualcosa, anche se noi non potremo rendergli il favore.

Invece di pensare «Grazie, ti sono riconoscente», desideriamo fuggire: «Dato che non ho nulla con cui contraccambiare, non mi va di essere in debito perché ho ricevuto un favore». Lo scambio di favori ci terrorizza.



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